Un dialogo tra ecologia e economia

Ecco le nostre quattro domande per Rossella Ongaretto, architetto di RomaNatura sul progetto Pontili a Corviale.

1. Il punto di partenza è quasi scontato: perché il quadrante Corviale?
Corviale rappresenta l’unità di studio più idonea dove costruire un dialogo tra ecologia ed economia, dove delineare linguaggi di analisi e metodologie di intervento compatibili che possano valutare e valorizzare le pressioni antropiche e i loro effetti potenziali sull’ambiente naturale.
Corviale, posto ai margini della città, tra due aree naturali protette, la Riserva Naturale di Tenuta dei Massimi e la Riserva Naturale di Valle dei Casali, è l’oggetto che può creare un dialogo con il paesaggio, l’unità lineare che può siglare il rapporto tra città e natura, tra economia e ecologia.
Corviale può diventare un “servizio eco-sistemico” per la città di Roma, una cerniera simbolica tra ecologia ed economia.  Corviale può diventare una occasione per far incontrare queste due discipline, dove l’edificio non è più elemento di impatto e di frattura ma elemento di integrazione, dove la “funzione ambientale” si riferisce ad un impatto connesso alla presenza di risorse ambientali in stretta relazione con le condizioni di benessere delle comunità esistenti nel territorio.

2. Il nome scelto per il laboratorio è suggestivo: perché si parla di “pontili”? Qual è l’importanza del tema che ha ispirato il progetto?
Il Pontile che con la sua struttura resta sospeso e consente l’attracco e l’imbarco e rende possibile il collegamento verso qualcosa di indefinito e continuamente mutevole come il mare,  in questo progetto, diventa il simbolo di un possibile collegamento tra la città e le persone, le loro idee, i loro bisogni e i loro desideri.
L’immobilità delle persone nel territorio è una nuova forma di discriminazione sociale in una città che si è sviluppata in modo non omogeneo.
Il pontile diventa il carro dove salire, un simbolo di democrazia, il luogo possibile dove vivere, dove integrare i desideri dei cittadini al territorio, dove le comunità esistenti possono mettere in comune idee, percorsi e risorse, per delineare nuovi orizzonti di fattibilità.

3. Perché in questo progetto è importante la partecipazione “dal basso” delle realtà di Corviale?
Parte della popolazione umana che vive a Corviale vuole fortemente dirottare gli attuali modelli di sviluppo del territorio nella direzione della sostenibilità ambientale e sociale. Creare una metodologia partecipata  consente di coinvolgere attivamente i cittadini per costruire spazi realmente pubblici, mettendo a disposizione diversi strumenti e competenze al servizio della comunità. L’obiettivo  non risiede tanto nel risultato quanto nel generare un processo condiviso per capire i bisogni delle persone. Il Progetto può essere l’occasione per riconoscere le opportunità e per sfruttare le risorse esistenti per migliorare la qualità della vita nel territorio del quadrante Corviale.

4. “Il laboratorio avrà successo se…”: quali sono le vostre aspettative a riguardo? Quali sono i risultati a breve e a medio/lungo termine che vi aspettate e che sperate di ottenere?
Il laboratorio avrà successo se sarà possibile una reale partecipazione delle Comunità del territorio.
Obiettivi attesi sono quelli di mettere in comune percorsi e risorse, co-progettare con le comunità e coinvolgere attivamente i cittadini nella realizzazione di progetti a piccola scala, che possano essere gestiti e manutenuti dagli stessi abitanti del quadrante Corviale.
Altro obiettivo atteso è quello di avviare un processo produttivo economico, permettendo da un lato a diverse associazioni di lavorare nella formazione, dall’altro avviare nuove attività economiche compatibili con i luoghi che possano essere fonte di guadagno per le comunità locali ma anche per la città di Roma.
Si vuole favorire la connessione dell’edificio con le aree naturali protette con il sistema dei percorsi previsti per la fruizione e definire  nuovi varchi ambientali, creare una serie di collegamenti strategici, creare nuovi nodi di accesso tali da favorire le connessioni ambientali tra edificio e i parchi limitrofi e catalizzare le attività e le economie locali, usi e pratiche collettive dell’edificio/quartiere/città.

Corviale intervista a Rosella Ongaretto

[Foto di Gianni Dominici | via Flickr]